Addio pensione di reversibilità, l’Inps non riesce più a pagarle e le ritira: ti lasciano senza un euro | Vedove lasciate per strada
Pensione di reversibilità- Foto di Andrea Piacquadio da Pexels-PianoInclinato.it
L’accesso alla pensione di reversibilità diventa sempre più complesso: ecco come sono cambiate le regole per la percezione di questo sussidio molto importante per gli italiani.
Grandi trasformazioni in atto per la pensione di reversibilità: il cambiamento riguarda soprattutto l’assegnazione della forma di sostegno economico dedicata a chi ha perso un coniuge.
Le nuove regole giurisprudenziali e i vincoli economici sempre più stringenti stanno restringendo la platea di chi può beneficiare di questo supporto mensile.
Con l’ordinanza n. 8375 del 2025, la Corte di Cassazione ha riaffermato che la pensione di reversibilità può essere concessa anche all’ex coniuge, ma a condizioni rigorose.
A fare la differenza non è più solo la presenza di un assegno divorzile, ma la dimostrazione della presenza di una reale situazione di indigenza.
Pensione di reversibilità: in quali casi può essere rifiutata l’assegnazione
La Cassazione ha prima di tutto stabilito che chi percepisce un assegno divorzile potrebbe avanzare richiesta per ottenere una quota della pensione di reversibilità. Per poter ottenere il beneficio, però, si deve dimostrare di trovarsi alle prese con una condizione economica di effettiva fragilità. Questo significa che chi possiede un patrimonio o una fonte di reddito ritenuti sufficienti potrebbe vedersi negata la pensione di reversibilità.
Prima di assegnare eventualmente l’importo, quindi, il giudice dovrà verificare caso per caso se il richiedente sia privo di mezzi di sostentamento. Bisognerà considerare anche l’eventuale presenza di altri sostegni economici. Non basta quindi aver vissuto un matrimonio lungo o aver rinunciato ad altre forme di tutela. Molte persone rischiano di restare prive di sostegno economico se non riescono a dimostrare di non essere ricche.
Coniugi divorziati: si può ottenere la pensione di reversibilità, ma a determinate condizioni
La decisione dei giudici si inserisce in un contesto in cui le separazioni e i divorzi sono sempre più diffusi. Sono altrettanto numerosi i casi in cui gli ex coniugi restano economicamente legati anche dopo la fine del matrimonio. La Corte ha, quindi, specificato che l’assegnazione della reversibilità all’ex coniuge è possibile solo se questi dimostra di non essere economicamente autosufficiente, anche in assenza dell’assegno divorzile.
Bisogna ricordare che la pensione non verrà mai riconosciuta interamente. La somma andrà infatti sempre divisa con il coniuge superstite, nei casi in cui è presente. Questo bilanciamento incide notevolmente sull’importo spettante che potrebbe risultare del tutto insufficiente a coprire i bisogni quotidiani. Basta possedere una casa o un conto in banca sopra una certa soglia per essere esclusi dalla possibilità di percepire la pensione di reversibilità.