Acqua Potabile nelle città italiane: regole più rigide contro i Pfas e nuovi limiti

I valori limite di Pfas nelle acque potabili italiane - pianoinclinato.it (Foto Pexels)
È arrivato in Parlamento un nuovo decreto con regole più stringenti in merito alla presenza di “inquinanti eterni” nelle acque potabili.
Le sostanze perfluoroalchiliche, meglio note con l’acronimo di Pfas, sono composti chimici artificiali ampiamente utilizzati in diversi settori industriali.
Noti anche con il termine di “inquinanti eterni” poiché sono molto resistenti alla degradazione naturale, rappresentano un serio rischio per la salute.
Greenpeace Italia ha avviato nel 2024 un’indagine volta ad identificare la presenza di Pfas nelle acque di tutte le regioni italiane e i risultati sono stati disastrosi.
In considerazione di questi dati, è arrivato in Parlamento il decreto legge volto a ridurre i limiti dei Pfas nelle acque potabili, approvato dal Consiglio dei Ministri il 13 marzo scorso.
Regole più stringenti sui Pfas
La spedizione “Acque senza Veleni” condotta da Greenpeace Italia ha evidenziato la presenza di Pfas in tutte le acque potabili delle regioni italiane, con una maggiore concentrazione in alcune zone specifiche. In 206 campioni su 260 analizzati, è stata trovata almeno una delle 58 sostanze Pfas: ciò significa che il 79% dei campioni di acqua potabile risulta contaminato, mentre solo il 21% ha registrato l’assenza totale di queste sostanze tossiche.
Il Governo Meloni ha deciso di rispondere in maniera dura a questi dati approvando un decreto che riduce notevolmente i limiti di Pfas nelle acque potabili. Il testo arrivato in Senato prevede un valore limite di 20 nanogrammi per litro per la somma di 4 Pfas (Pfoa, Pfos, Pfna e Pfhxs), questi ultimi già classificati come pericolosi per la salute per l’uomo nel 2020 dall’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare.
I limiti di Pfas e agenti dannosi nelle acque italiane
Le normative italiane impongono gli stessi limiti di Pfas adottati in Germania, ma i valori tollerati dal nostro Paese restano comunque più alti rispetto alla Danimarca, dove il limite massimo è di 2 nanogrammi per litro, e alla Svezia, dove la soglia è di 4 nanogrammi per litro. Il decreto arrivato in Parlamento, inoltre, introduce il limite anche per la presenza di molecole Adv e di Tfa, pari a 10 microgrammi per litro, equivalenti a 10mila nanogrammi per litro.
Dalle indagini condotte da Greenpeace Italia, la regione con le acque maggiormente inquinate è risultata la Liguria, mentre quella che presenta le acque più pulite è la Puglia. L’obiettivo, tuttavia, è quello di raggiungere la tolleranza zero per la presenza di queste sostanze nocive nelle acque potabili del nostro Paese.