Pensione di invalidità, ritiro immediato di tutte le cifre: rimanete poveri e disabili | Te la tolgono anche con invalidità al 100%

Lavoro e pensione di invalidità

Lavoro e pensione di invalidità- Foto di Kampus Production da Pexels-PianoInclinato.it

Dopo anni di sacrifici si può perdere improvvisamente l’assegno della pensione di invalidità: ecco il caso che ha fatto molto discutere.

C’è chi vive con una disabilità permanente e nonostante questo si è visto negato il diritto a un sostegno economico riconosciuto da quasi trent’anni.

Il protagonista di questa vicenda è Sergio Fantin, impiegato bancario di Marostica, paralizzato alle gambe e al braccio sinistro.

All’uomo è stata assegnata l’invalidità totale certificata al 100% a seguito di un grave incidente avvenuto nel 1997.

L’INPS ha deciso di revocare l’assegno ordinario di invalidità che percepiva da 24 anni: una decisione che è piovuta come un fulmine a ciel sereno.

Revocata la pensione di invalidità: reddito troppo alto per l’impiegato di Marostica

La situazione di Fantin si è complicata a partire da luglio 2023, quando è stato convocato per una visita di revisione presso il centro medico legale dell’INPS. Le condizioni fisiche di invalidità risultavano assolutamente immutate e addirittura peggiorate, ma nonostante questa circostanza l’assegno è stato comunque sospeso. Il motivo ufficiale riportato nella revoca afferma che “non risultano più sussistenti le condizioni che avevano giustificato l’erogazione”.

La motivazione appare, però, del tutto slegata dalla realtà dei fatti. Secondo l’INPS, l’avanzamento della carriera lavorativa di Fantin dimostrerebbe una capacità reddituale tale da escludere il diritto alla prestazione. Interrogato a tal proposito, però, lo stesso interessato ha ribadito che il suo impiego e le sue mansioni non sono mai cambiati dal 1997. Le sue parole hanno evidenziato l’assurdità di una valutazione che confonde l’adattamento lavorativo con il recupero fisico.

Invalido al lavoro
Invalido al lavoro- Foto di Antoni Shkraba Studio da Pexels-PianoInclinato.it

Le motivazioni dell’Inps e le preoccupazioni sulla tutela degli invalidi in Italia

In risposta i funzionari dell’INPS hanno precisato che l’assegno ordinario di invalidità è per sua natura una misura provvisoria, soggetta a revisione periodica e legata alla capacità lavorativa residua. Il direttore dell’INPS di Vicenza, Dario Buonuomo, ha spiegato che l’obiettivo dell’assegno è compensare una riduzione effettiva del reddito causata dall’invalidità.

Nel caso di Fantin, quindi, il mantenimento di un impiego stabile sarebbe stato interpretato come prova di un’autonomia economica sufficiente. La decisione ha sollevato diversi dubbi sul funzionamento di un sistema che non sembra riconoscere il concetto di disabilità permanente quando c’è di mezzo una stabilità lavorativa. Sembra che le due cose non possano convivere e che un’occupazione stabile porti alla decadenza automatica della pensione di invalidità. Al momento, l’unica strada possibile rimane il ricorso in tribunale, ma la vicenda apre un dibattito più ampio sulla tutela effettiva delle persone invalide in Italia.